• Tipo News
    REDAZIONALE
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    Regione Emilia-Romagna
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Il 15 settembre 2021 la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha pronunciato l’annuale Discorso sullo stato dell’Unione davanti al Parlamento europeo, concentrandosi sul rinnovato ruolo dell’Unione Europea come leader nel mondo in numerosi campi, dal digitale alla lotta al cambiamento climatico, dalla gestione della pandemia ai nuovi modelli di cooperazione.

Guardandosi alle spalle ed osservando l’operato dell’ultimo anno, von der Leyen ha evidenziato come l’Unione si sia impegnata per dotare l’UE di “un’anima forte” nei diversi settori di sua competenza, per concretizzare le parole di Robert Schuman ricordate nel Discorso "l'Europa ha bisogno di un'anima, di un ideale e della volontà politica di perseguire questo ideale”.

Volgendo lo sguardo all’anno venturo, invece, il pragmatismo della presidente non è venuto meno nel sottolineare come la pandemia non sia ancora conclusa e quanti sforzi siano ancora necessari per superare questa fase. Al contempo, si è mostrata speranzosa nell’affermare che “l’Europa supererà questa prova”, se prenderà a modello la generazione futura “così riflessiva, determinata e premurosa. Saldamente ancorata ai valori e audace quando si tratta di agire”.

Il discorso di quest’anno è il decimo che un presidente della Commissione pronuncia dinanzi al Parlamento europeo in occasione della sessione plenaria. A settembre di ogni anno, infatti, il Discorso sullo stato dell’Unione – comunemente definito in forma abbreviata SOTEU (State of the European Union) – fa il punto sui risultati conseguiti nell’ultimo anno e presenta gli obiettivi per l’anno successivo.

Se per la Commissione è il momento per presentare le modalità con cui verranno affrontate le sfide più urgenti e illustrare le idee con cui plasmare il futuro europeo, per il Parlamento rappresenta uno dei dibattiti chiave dell’anno in cui, oltre a verificare il lavoro svolto dalla Commissione, vengono elaborate soluzioni concrete per i cittadini sulla base di quanto programmato.

Come ricordato da Ursula von der Leyen nella lettera d’intenti inviata al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, e al primo ministro sloveno nonché presidente di turno del Consiglio dell’UE, Janez Janša, l’evoluzione delle tematiche che si sono susseguite negli anni sul pulpito del SOTEU “riflette la natura mutevole delle questioni che si pongono alla nostra attenzione e la velocità delle transizioni che avvengono nel mondo”. Tuttavia, i risultati ottenuti durante gli anni, soprattutto durante l’ultimo, sono la prova dell’importanza di questo discorso annuale e dimostrano che “la nostra Unione è forte e ambiziosa nella misura in cui è unita e risoluta”.

Il discorso di quest’anno, inoltre, acquisisce maggiore rilevanza perchè si posiziona ad un crocevia specifico. Si trova infatti non solo tra quella che sembra essere la fase finale della crisi e l’inizio della ripresa europea, ma anche nel punto di partenza della seconda metà del mandato della Commissione a guida von der Leyen: come scrive la stessa presidente nella sua lettera d’intenti “finora ci siamo concentrati sul disegno generale e sulla legislazione necessari per realizzare la trasformazione di cui abbiamo bisogno. D'ora in poi ci concentreremo sulla realizzazione e sull'attuazione”.

Le tappe compiute ed i risultati ottenuti nell’ultimo anno, uno tra i più difficili della storia europea e mondiale degli ultimi decenni, sono state quindi ripercorse con particolare entusiasmo ed intensità dalla presidente, che è partita proprio ribadendo quanto il senso di unità e il modo di fare “all’europea” siano stati la leva fondamentale per marcare il cambio di rotta verso la ripresa dopo la crisi pandemica.

Quasi emozionata, von der Leyen ha ricordato come in occasione del suo primo Discorso, nel settembre del 2020, non fossero ancora stati approvati i vaccini e come invece, a dodici mesi di distanza, si fosse riusciti a vaccinare il 70% della popolazione europea adulta e a consegnare 700 milioni di dosi agli europei e oltre 700 milioni di dosi al resto del mondo, in più di 130 Paesi. Un altro grande successo è stato il raggiungimento dell’accordo sul certificato COVID digitale UE, che ha consentito di generare più di 400 milioni di certificati individuali dall'inizio dell'estate.

Gli strumenti inediti messi in campo per sostenere l’economia, i cittadini e le imprese, come SURE e NextGenerationEU (NGEU), sono stati poi citati come di fondamentale importanza per permettere almeno a 19 Paesi dell’Unione di tornare ai livelli pre-pandemia entro l’anno.

Il digitale ed il clima, le due priorità portate avanti dalla Commissione Europea a cui andranno rispettivamente il 20% e il 37% dei fondi messi a disposizione dal NGEU per l’implementazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, sono stati centrali tanto nel discorso quanto nell’operato della presidente che, nel corso dell’ultimo anno, nel contesto del Green Deal Europeo, è riuscita a far approvare la Legge Europea sul Clima, a fissare il duplice obiettivo di rendere l’UE climaticamente neutra entro il 2050 e di ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 55% entro il 2030 e a presentare la sua visione per il decennio digitale europeo, con obiettivi chiari in materia di infrastrutture e competenze digitali e digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici.

Per l’anno a venire non sembrano mancare gli impegni in questi e molti altri settori. La presidente ha infatti elencato tre priorità nell’ambito della sanità: accelerare la vaccinazione a livello mondiale, proseguire gli sforzi in Europa e prepararsi per il futuro, rendendo operativa la nuova Autorità per la preparazione e la riposta alle emergenze sanitarie (HERA) e proponendo una nuova missione europea di preparazione e resilienza sanitaria a livello di UE. Per quanto riguarda la “doppia transizione” ha annunciato una nuova legge europea sui semiconduttori e un aumento di budget per finanziamenti per la biodiversità, in vista della COP26 di Glasgow, prevista per novembre 2021, a cui auspica che anche gli altri Paesi arrivino con “progetti concreti” e non solo con “obiettivi ambiziosi”. Ha invitato inoltre ad un rinnovato impegno nell’attuazione del Patto sulla migrazione e sull’asilo e del Pilastro europeo dei Diritti Sociali e ha proposto una nuova strategia europea per la cura per garantire migliore assistenza ai cittadini dell’UE, un progetto di legge per combattere i profitti nascosti sotto l’aspetto di società di comodo ed un nuovo fondo sociale per il clima per le vittime della povertà energetica in Europa.

Un rinnovato impegno a livello internazionale è stato sottolineato attraverso le misure di sostegno all’Afghanistan, l’impegno per una nuova dichiarazione congiunta UE-NATO e per una migliore collaborazione con i Balcani Occidentali e la regione indo-pacifica, anche attraverso la nuova strategia di connettività Gateway globale.

Si è ricordata poi la necessità di realizzare una Unione europea della difesa con una forte volontà politica. La presidente ha richiamato, dunque, non solo alla difesa del territorio europeo, ma anche della democrazia, dello stato di diritto e dei valori fondamentali, come la libertà dei media e la lotta alla violenza di genere.

La speranza della von der Leyen sembra ricadere sulla nuova generazione europea, per la quale ha annunciato la creazione del nuovo programma ALMA per esperienze lavorative in UE ed alla quale ha rivolto il suo saluto finale prendendo come esempio per tutti la campionessa paraolimpica “Bebe” Vio, invitata dalla presidente a rappresentare la rinascita e la forza della futura generazione europea.

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Unione Europea