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La Commissione europea ha pubblicato la relazione finale sull’attuazione di SURE, lo strumento europeo di sostegno temporaneo per salvaguardare i posti di lavoro e tutelare i lavoratori dal rischio di disoccupazione a causa dell’impatto della pandemia di Covid‐19 sull’economia.

La relazione dimostra il ruolo fondamentale di SURE sia nell’attenuare l'impatto della pandemia nel 2020 sia nell’agevolare la ripresa economica nel 2021.

SURE ha permesso di offrire sostegno finanziario, sotto forma di prestiti concessi dall'UE agli Stati membri a condizioni favorevoli, per finanziare i regimi nazionali di riduzione dell'orario di lavoro, oltre a misure analoghe, in particolare per i lavoratori autonomi, e a misure di carattere sanitario.

SURE ha consentito, infatti, di erogare complessivamente 98,4 miliardi di € (la disponibilità massima era pari a 100 miliardi di €) di assistenza finanziaria a 19 Stati membri: oltre all'Italia, ne hanno beneficiato Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Croazia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Cechia. Il nostro Paese ha ricevuto da SURE 27,4 miliardi di €, divenendo beneficiario della quota più consistente messa in campo.

SURE è stato proposto dalla Commissione europea all’inizio di aprile 2020. Il successivo 19 maggio il Consiglio dell’UE ha definitivamente adottato il Regolamento UE che disciplina questo strumento. Per finanziare SURE la Commissione ha emesso obbligazioni sociali per conto dell’UE e ha utilizzato i fondi raccolti per erogare i prestiti agli Stati membri beneficiari. I prestiti concessi a titolo di SURE saranno sostenuti dal bilancio dell'UE e da garanzie fornite dagli Stati membri in funzione della loro quota nell'RNL dell'Unione. SURE è divenuto operativo il 22 settembre 2020, dopo che tutti gli Stati membri hanno firmato i rispettivi accordi di garanzia con la Commissione, e si è concluso il 31 dicembre 2022.

La relazione rivela che ad oggi:

  • è stata utilizzata quasi tutta la spesa pubblica prevista nell'ambito di SURE,
  • quasi la metà della spesa totale è stata destinata ai regimi di riduzione dell'orario lavorativo e quasi un terzo a misure analoghe per i lavoratori autonomi. I regimi di integrazione salariale e altre misure analoghe hanno rappresentato il 12% della dotazione, mentre il restante 5% è stato speso per misure di carattere sanitario, tra cui misure preventive contro la COVID-19, costi aggiuntivi di manodopera per assumere e sostenere gli operatori sanitari e l'acquisto di attrezzature sanitarie e medicinali, compresi vaccini,
  • grazie all'elevato rating di credito dell'UE, utilizzando SURE gli Stati membri hanno risparmiato, secondo le stime, 9 miliardi di € di interessi.

Poiché è stata completamente erogata e spesa, l'assistenza finanziaria accordata nell'ambito di SURE non potrà più essere ripetuta. Di conseguenza la relazione semestrale appena pubblicata è anche la relazione finale di monitoraggio sullo strumento. La Commissione continuerà a monitorare il rimborso dei prestiti fino a quando non sarà stato completato.