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Tipo NewsREDAZIONALE
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FontePresidio ART-ER a Bruxelles
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Del
Da sapere: il processo di integrazione dei Balcani occidentali
Il processo di integrazione dei Balcani occidentali ha origine negli anni ’90, quando gli sconvolgimenti legati alla disgregazione della Jugoslavia hanno gettato le basi per un percorso di allargamento europeo volto a stabilizzare la regione. Il processo è risultato tutt'altro che semplice a causa delle ferite delle guerre passate e delle tensioni etniche. Fin dai primi anni, l'Unione Europea ha avviato iniziative per la stabilizzazione dei Balcani occidentali, impegnandosi in assistenza finanziaria e promozione delle riforme democratiche. Significativi progressi sono poi stati raggiunti tra il 2010 e il 2020. Sulla strada verso l'adesione, i Paesi hanno affrontato la sfida di implementare riforme sostanziali in settori cruciali come la giustizia, la governance e i diritti umani, spesso implicando una revisione completa delle strutture istituzionali e culturali esistenti.
Serbia (2012), Montenegro (2010), Macedonia del Nord (2005), Albania (2014), e Bosnia-Erzegovina (2022) sono ufficialmente candidati all’adesione, mentre per il Kosovo – peraltro non riconosciuto in UE da Spagna, Cipro, Grecia, Romania e Slovacchia – permane lo status di potenziale candidato in seguito alla consegna ufficiale della domanda di adesione all’UE (2022).
Con il “Pacchetto Allargamento 2023” presentato a novembre dalla Commissione europea, il Vertice UE-Balcani del 13 dicembre e l’ultimo Consiglio europeo del 2023, la politica sull’allargamento dell’Unione Europea è sempre più al centro dell’agenda politica europea.
Mentre si avvicinano le elezioni europee e l’avvio del processo che porterà alla nomina dei nuovi vertici UE, risulta evidente come l’allargamento sia destinato a diventare un tema chiave della prossima legislatura. L’invasione russa dell’Ucraina e la drammatica situazione in Medio Oriente hanno dato un nuovo slancio alla politica europea per l’allargamento, che ha coinvolto nuovi Paesi dell’est Europa (Ucraina, Repubblica di Moldova e Georgia) e accelerato processi già avviati, come quelli che riguardano l’area dei Balcani occidentali.
La Commissione europea - in particolare - si è dimostrata fermamente convinta che la piena adesione all’UE dei Balcani occidentali sia nell’interesse politico, economico e di sicurezza dell’Unione stessa. L’8 novembre, ha adottato un nuovo Piano di crescita per i Balcani occidentali, con l'obiettivo di anticipare alcuni dei vantaggi dell’adesione, di stimolare la crescita economica e di accelerare la convergenza socioeconomica. Il Piano di crescita dovrebbe consentire ai partner di intensificare le riforme e gli investimenti per accelerare in modo significativo la velocità del processo di allargamento. Il fulcro del Piano è lo Strumento per le Riforme e la Crescita nei Balcani occidentali per il periodo 2024-2027, dal valore di 6 miliardi di euro.
Il nuovo Piano si basa su quattro pilastri finalizzati a:
- Rafforzare l'integrazione economica con il Mercato Unico dell'Unione Europea, a condizione che i Balcani occidentali si allineino alle regole. Sono sette le azioni prioritarie proposte: i. libera circolazione delle merci; ii. libera circolazione dei servizi e dei lavoratori; iii. accesso all'area unica dei pagamenti in euro (SEPA); iv. agevolazione del trasporto su strada; v. integrazione e decarbonizzazione dei mercati dell'energia; vi. mercato unico digitale; vii. integrazione nelle catene di approvvigionamento industriali;
- Promuovere l'integrazione economica all'interno dei Balcani occidentali attraverso il Mercato Comune Regionale;
- Accelerare le riforme fondamentali;
- Aumentare l'assistenza finanziaria a sostegno delle riforme attraverso lo Strumento per le Riforme e la Crescita nei Balcani occidentali.
Alla presentazione del Piano è seguito il Vertice UE-Balcani, che si è tenuto a Bruxelles il 13 dicembre a ridosso dell’avvio dei lavori del Consiglio europeo del 14-15 dicembre e che fa seguito al Summit UE-Balcani occidentali che si è tenuto nel 2022 a Tirana. Leader UE e dei Balcani occidentali hanno approvato una dichiarazione congiunta che ribadisce che “Il futuro dei Balcani occidentali è nella nostra Unione” e l’impegno reciproco verso la promozione della loro graduale integrazione, la costruzione di una solida base economica per il futuro, il rafforzamento della sicurezza e della resilienza dell’area.
L’allargamento e i Balcani occidentali sono stati tra i temi centrali della prima giornata del Consiglio europeo del 14-15 dicembre. Oltre ad aver deciso di avviare negoziati di adesione con l'Ucraina e la Moldova e di concedere lo status di paese candidato alla Georgia, i leader UE hanno riaffermato il loro impegno “pieno e inequivocabile” a favore della graduale integrazione dei Balcani occidentali e - preso atto della Comunicazione della Commissione circa il nuovo piano di crescita per i Balcani occidentali – hanno incoraggiato la regione “a intensificare il ritmo delle riforme connesse all'UE e a far progredire l'integrazione economica regionale tramite il mercato comune regionale, sulla base delle norme e degli standard dell'UE”. Il Consiglio europeo ha annunciato il completamento della fase di apertura dei negoziati con la Macedonia del Nord non appena completate le modifiche costituzionali richieste nel 2022 e l’avvio dei negoziati con Bosnia-Erzegovina una volta che il Paese avrà raggiunto il necessario livello di conformità con i criteri di adesione (la Commissione dovrà riferire in merito entro marzo).
Alla luce di queste conclusioni, il Consiglio europeo si è impegnato ad occuparsi delle riforme interne necessarie per permettere in prospettiva questi allargamenti, con l'obiettivo di adottare, entro l'estate del 2024, conclusioni su una tabella di marcia per i lavori futuri. Tale percorso è dunque una sfida e un’opportunità per l’Europa che sta seguendo attentamente l’esito degli appuntamenti elettorali nei vari Paesi, a partire dalla Serbia. La graduale integrazione dei Balcani occidentali rappresenta inoltre un’opportunità per Italia e l’Emilia-Romagna, già impegnata da tempo sul tema in particolare attraverso il programma Adrion che mira a promuovere la cooperazione territoriale per una crescita competitiva e sostenibile e per un sostegno alla governance della regione.
A cura del Presidio ART-ER a Bruxelles - Delegazione della Regione Emilia-Romagna presso l’UE
La Delegazione presso l’UE è la struttura di collegamento della Regione Emilia-Romagna con Istituzioni, organi, Agenzie UE e con gli stakeholder europei. E' parte della Direzione Generale Risorse Europa Innovazione e Istituzioni della Regione Emilia-Romagna e opera tra Bruxelles, Bologna e Parma, svolgendo un'attività strategica negli ambiti UE di interesse regionale e promuovendo l'intero sistema Emilia-Romagna a livello europeo. Visita il sito web della Delegazione.