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Lavoro sommerso: la Commissione propone una nuova piattaforma per migliorare la prevenzione e la dissuasione

La Commissione europea ha proposto oggi la creazione di una piattaforma europea per migliorare la cooperazione a livello unionale al fine di prevenire il lavoro sommerso e di scoraggiarne l'uso in modo più efficace. La piattaforma riunirà diversi organismi nazionali di contrasto coinvolti nella lotta contro il lavoro sommerso, un fenomeno che reca grave pregiudizio alle condizioni lavorative, alla concorrenza leale e ai bilanci pubblici.

"Il lavoro sommerso priva i lavoratori della protezione sociale, mette a rischio la loro salute e sicurezza e abbassa gli standard lavorativi. Esso pregiudica inoltre la concorrenza leale tra le imprese e fa vacillare la sostenibilità delle finanze pubbliche e dei sistemi di sicurezza sociale. In conclusione, sono tutti a perderci. Questo è il motivo per cui la Commissione è pienamente impegnata a sostenere gli Stati membri nella lotta contro questa piaga al fine di proteggere i lavoratori, creare condizioni eque per le imprese e salvaguardare i gettiti fiscali", ha commentato László Andor, Commissario UE responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione.

La nuova piattaforma riunirà tutti gli organismi di contrasto che si occupano della lotta contro il lavoro sommerso, come ad esempio gli ispettorati del lavoro e della sicurezza sociale, le autorità fiscali e quelle preposte alle politiche migratorie nonché altri stakeholder, come ad esempio i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori a livello di UE. La proposta prevede che tutti gli Stati membri partecipino alla piattaforma poiché il lavoro sommerso è un problema che li riguarda tutti ed anche perché la partecipazione congiunta di tutti i paesi dell'UE è essenziale per affrontare le situazioni transfrontaliere.

La piattaforma colmerà un vuoto a livello di UE ove finora il lavoro sommerso è stato trattato in modo sporadico e non coordinato nell'ambito di diversi comitati e gruppi di lavoro. La piattaforma consentirà una cooperazione più efficace tra coloro che nel quotidiano si trovano ad affrontare il lavoro sommerso sul terreno.

La nuova piattaforma:

  • costituirà una tribuna in cui gli esperti potranno condividere informazioni e pratiche ottimali ampliando così il numero limitato di contatti di cui si disponeva finora;
  • esaminerà gli strumenti nazionali e unionali utili per affrontare problemi comuni, come ad esempio la problematica correlata del lavoro autonomo fittizio e del lavoro sommerso nelle filiere dei subappalti;
  • affronterà gli aspetti transfrontalieri esaminando ad esempio il modo per migliorare gli scambi di dati tra le amministrazioni nazionali;
  • rafforzerà la cooperazione operativa ad esempio tramite sessioni di formazione comuni, scambi di personale e ispezioni congiunte;
  • svilupperà principi e orientamenti comuni per le ispezioni relative al lavoro sommerso;
  • farà opera di sensibilizzazione sul problema grazie ad attività condotte di concerto, come ad esempio campagne europee e strategie regionali o unionali.

La proposta di decisione di istituire di una piattaforma europea sarà ora inviata al Parlamento europeo e al Consiglio per adozione.

 

Contesto

Per lavoro sommerso si intende qualsiasi attività retribuita lecita di per sé ma non dichiarata alle autorità pubbliche, tenendo conto delle diversità dei sistemi giuridici vigenti negli Stati membri. Questa nozione è stata integrata nell'ambito della Strategia europea per l'occupazione e, dal 2001, è trattata negli orientamenti per l'occupazione elaborati all'indirizzo degli Stati membri. Secondo un'indagine Eurobarometro condotta nel 2013 circa un cittadino europeo su dieci (11%) ha ammesso di aver acquistato l'anno precedente beni o servizi legati al lavoro sommerso mentre il 4% ha ammesso di aver espletato lavoro sommerso (IP/14/298). L'indagine rispecchia l'incidenza di questo fenomeno in un'ampia gamma di settori e mette in luce anche notevoli differenze tra gli Stati membri.

Il pacchetto per l'occupazione dell'aprile 2012 ribadiva il fatto che trasformare il lavoro non formale o sommerso in un'occupazione regolare poteva contribuire a ridurre la disoccupazione e dava inoltre rilievo alla necessità di migliorare la cooperazione tra gli  Stati membri.

A metà del 2013 la Commissione ha proceduto a una consultazione di primo livello con rappresentanti a livello unionale dei datori di lavoro e dei lavoratori sulle eventuali misure che l'UE potrebbe adottare in futuro per accrescere la cooperazione tra le autorità nazionali di contrasto (IP/13/650). All'inizio del 2014 vi ha fatto seguito una consultazione di secondo livello. In entrambi i casi le parti sociali hanno indicato che l'intervento a livello di UE recherà valore aggiunto agli sforzi condotti a livello nazionale.

Il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 14 gennaio, ha sollecitato una più stretta cooperazione e il rafforzamento degli ispettorati del lavoro per lottare contro il lavoro sommerso.

Identificativo
IP/14/387