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    CONSULTAZIONE
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    Commissione europea
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La Commissione europea ha lanciato la prima campagna europea a favore del lavoro regolare, una nuova iniziativa nella quale collaborerà con la Piattaforma europea contro il lavoro sommerso e l'Autorità europea del lavoro.

La campagna EU4FairWork punta a sensibilizzare i lavoratori, le imprese e i responsabili politici in merito agli svantaggi del lavoro sommerso, che priva i lavoratori della protezione sociale, falsa la concorrenza tra imprese e impatta negativamente sulle finanze pubbliche.

Secondo una nuova indagine Eurobarometro (pubblicata a febbraio) nel territorio dell’Unione europea il lavoro sommerso è un fenomeno persistente. Un cittadino europeo su dieci dichiara di aver acquistato, nell'ultimo anno, beni o servizi che potrebbero derivare da lavoro sommerso. I beni o servizi frutto di lavoro sommerso acquistati più di frequente sono le riparazioni o le ristrutturazioni dell'abitazione (30%), i servizi di parrucchiere e i trattamenti estetici (27%), i servizi di riparazione (19%). L’indagine rivela, inoltre, che un terzo dei cittadini europei conosce qualcuno che lavora irregolarmente e che il rischio di lavoro sommerso è maggiore per i lavoratori autonomi e i lavoratori mobili, mentre metà dei cittadini europei ritiene che la possibilità di essere scoperti sia bassa.

La campagna per trasformare il lavoro sommerso in lavoro regolare sta prendendo il via attraverso i social media (#EU4FairWork). Dal 16 marzo avrà anche inizio negli Stati membri dell'UE una Settimana di azione per il lavoro dichiarato (16-20 marzo), che prevede numerose attività quali ispezioni in settori a rischio, conferenze e sessioni informative, visite nelle scuole secondarie e altro ancora. Inoltre, la Commissione europea adotterà una relazione sulle attività della Piattaforma europea contro il lavoro sommerso. Composta dalle autorità competenti di tutti gli Stati membri e da rappresentanti delle parti sociali intersettoriali a livello di UE, la Piattaforma è stata varata nel 2016 e sta per diventare parte dell'Autorità europea del lavoro.