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Presentazione stampa del patto per l'industria pulita

Il 26 marzo, come da previsioni, la Commissione europea ha lanciato il Patto per l'industria pulita europea (in inglese, "Clean Industrial Deal") che sosterrà la competitività delle industrie europee facendo leva sulla decarbonizzazione, cercando di dare risposta a tre urgenti sfide per il sistema Europa, ovvero arginare il cambiamento climatico, sostenere la competitività e ridurre le sua dipendenza da materie prime critiche.

Il Patto, una delle misure faro della Bussola per la Competitività, costituisce un piano operativo che contiene misure che renderanno raggiungibile per le imprese l'obiettivo della decarbonizzazione, concentrandosi prioritariamente su due settori:

  • le industrie ad alta intensità energetica che necessitano con urgenza di sostegno per continuare ad operare e far fronte alla concorrenza mondiale;
  • le tecnologie pulite, il settore che guiderà la trasformazione industriale, che saranno sostenute per aumentare la domanda e la diffusione di prodotti e soluzioni clean.

Centrale e prioritaria nel Patto è anche la circolarità, perché per la ripresa dell’industria è necessario usare al meglio le risorse limitate, ridurre la dipendenza da materiali scarsi e ridurre i rifiuti, i costi di produzione e le emissioni di CO2.

I campi di intervento

Per sostenere l’industria il Patto interviene lungo tutta la catena del valore industriale, concentrandosi su quelli che definisce “fattori trainanti” per il suo successo. In particolare interviene nelle seguenti direzioni:

  1. Rendere i prezzi dell'energia più accessibili. Per riuscire in questo, congiuntamente con il Clean industrial deal la Commissione ha pubblicato il Piano d’azione per l’energia a prezzi accessibili, che ha l’obiettivo di ridurre le bollette energetiche per l’industria, le imprese e le famiglie. Questo piano propone azioni a breve termine per affrontare le sfide strutturali che stanno facendo salire i costi dell'energia nell'UE, in particolare la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e la mancanza di piena integrazione del sistema elettrico. La sua attuazione contribuirà al completamento dell'Unione dell'energia anticipando i benefici di una maggiore energia rinnovabile, dei risparmi energetici, di una maggiore integrazione del mercato e di migliori interconnessioni.

  2. Agevolare l'offerta e stimolare la domanda di prodotti e materiali puliti, attraverso le misure previste nel futuro atto legislativo sull’accelerazione della decarbonizzazione. Questa nuova normativa aiuterà a velocizzare le procedure di autorizzazione per l'accesso delle industrie all'energia e gli interventi di decarbonizzazione industriale e proporrà misure concrete per ovviare alle strozzature lungo l'iter di autorizzazione che ostacolano l'accesso delle industrie all'energia e la decarbonizzazione industriale, senza intaccare le salvaguardie ambientali. Introdurrà inoltre criteri di resilienza e sostenibilità per promuovere l'approvvigionamento europeo pulito nei settori ad alta intensità energetica, che aumenteranno la domanda di prodotti fabbricati nell'UE. Istituirà anche un'etichetta per i prodotti a basse emissioni di carbonio, che consentirà alle imprese di ottenere un "premio verde" e informerà i consumatori sull'intensità di carbonio dei prodotti. .

  3. Offrire un sostegno finanziario per gli investimenti nella decarbonizzazione e nella competitività, sostenendo l'industria e mobilitando investimenti privati. Nel breve termine saranno mobilitati aiuti per oltre € 100 miliardi a favore della produzione pulita europea, dei quali € 1 miliardo supplementare di garanzie nell'ambito dell'attuale quadro finanziario pluriennale. Sarà inoltre avviata un'iniziativa faro di Horizon Europe dall'importo di circa € 600 milioni nell’ambito del programma di lavoro 2026-2027 per sostenere progetti pronti per la fase operativa.
    Nel bilancio post 2027 sarà invece previsto un Fondo per la competitività volto a creare capacità di investimento per i progetti europei con il più alto valore aggiunto per l'Unione lungo l'intero percorso di investimento (ricerca e innovazione, espansione, applicazione industriale e produzione), anche nel campo delle tecnologie pulite e della decarbonizzazione industriale. La Commissione rafforzerà inoltre il Fondo per l’innovazione e proporrà la creazione di una Banca per la decarbonizzazione industriale, con l'obiettivo di mettere a disposizione € 100 miliardi di finanziamenti ricavati dalle disponibilità del Fondo per l'innovazione, dai proventi aggiuntivi di parti del sistema per lo scambio di quote di emissioni (ETS) e dalla revisione di InvestEU. Infine prevede di modificare il regolamento di InvestEU per aumentare la capacità di rischio del programma, che potrà pertanto mobilitare fino a € 50 miliardi di ulteriori investimenti pubblici e privati a favore delle tecnologie pulite (ma anche della mobilità pulita e della riduzione dei rifiuti), mentre ulteriori strumenti di finanziamento a sostegno del Clean Industrial Deal saranno inoltre messi a disposizione dal gruppo BEI.
    Per aumentare le risorse a disposizione dell’innovazione e della duplice transizione verde e digitale, infine la Commissione proporrà presto una strategia per l'Unione dei risparmi e degli investimenti che comprenda il mercato bancario e quello dei capitali, che permetterà di sfruttare anche l'ingente patrimonio dei risparmi privati europei.

  4. Garantire l'accesso a materie prime e risorse dell'UE per svincolarsi da fornitori inaffidabili, facendo leva sulla circolarità. Per garantire all'industria un migliore accesso alle materie prime critiche, fondamentali per la duplice transizione verde e digitale, la Commissione darà priorità all'attuazione del regolamento sulle materie prime critiche e nel marzo 2025 stilerà un primo elenco di progetti strategici per aumentare la capacità dell'UE di estrarre, trattare e riciclare materie prime strategiche e diversificare l'approvvigionamento proveniente dai paesi terzi. La Commissione inoltre intende creare un Centro UE per le materie prime critiche, che sarà incaricato dell’acquisto in comune, a nome delle imprese aderenti, delle materie prime e di coordinare le scorte strategiche. Nel 2026 la Commissione adotterà inoltre un atto legislativo sull’economia circolare, che, nelle previsioni, dovrebbe portare l’utilizzo circolare dei materiali al 24% entro il 2030.

  5. Agire su scala mondiale. Il raggiungimento degli obiettivi del Patto è inscindibilmente legato alla capacità dell’UE di agire a livello internazionale in quanto molte delle materie prime critiche essenziali per la transizione verde e per la resilienza e la sicurezza dell'UE devono essere reperite al di fuori dell'UE. Oltre ai nuovi accordi commerciali e a quelli già in vigore, la Commissione avvierà a breve i primi partenariati per il commercio e gli investimenti puliti, che permetteranno di diversificare le catene di approvvigionamento e di stipulare accordi reciprocamente vantaggiosi. Agirà inoltre in modo fermo proteggere le industrie UE dalla concorrenza sleale e dagli eccessi di capacità, anche attraverso strumenti di difesa commerciale.

  6. Dotarsi di una forza lavoro adatta a un'industria decarbonizzata. Perchè tutti, persone, comunità e aziende, possano trarre vantaggio dalla transizione pulita, il Patto si impegna nella transizione giusta, che offra posti di lavoro di qualità e dia potere alle persone, basandosi sulle loro competenze e per questo necessita di forza lavoro adeguata. In parallelo al varo dell'Unione delle competenze (la strategia globale pensata per per fornire alle persone le competenze di cui hanno bisogno per sfruttare al meglio il loro potenziale e garantire ai datori di lavoro il personale necessario per operare in un'economia dinamica e competitiva), la Commissione esaminerà i modelli di sostegno dell'UE per le iniziative sulle competenze settoriali (tra cui le Accademie, il Patto per le competenze, l'Alleanza per l'apprendistato, i Centri di eccellenza professionale) per semplificare il quadro per il rafforzamento delle competenze settoriali nelle industrie strategiche collegate al Patto, con un sostegno rafforzato fino a € 90 milioni da Erasmus+.

Le principali misure di attuazione

In quanto piano operativo, il Patto per l'industria pulita europea definisce una serie di iniziative che saranno varate per la sua attuazione, fra le quali segnaliamo:

  • il citato atto legislativo sull'accelerazione della decarbonizzazione industriale, per velocizzare le procedure di autorizzazione per l'accesso delle industrie all'energia e gli interventi di decarbonizzazione industriale.

  • la revisione della direttiva sugli appalti pubblici, che permetterà di fissare criteri di sostenibilità, resilienza e preferenza europea negli appalti pubblici UE per i settori strategici;

  • il citato atto legislativo sull'economia circolare, che creerà un mercato unico dei rifiuti e dei materiali riutilizzabili al fine di sfruttare al meglio le limitate risorse dell'UE, ridurre le dipendenze da materiali che scarseggiano provenienti da fornitori inaffidabili e aumentare la resilienza. Caleranno di conseguenza i costi di produzione, i rifiuti e le emissioni di CO2 e verrà creato un modello industriale più sostenibile e competitivo;

  • una nuova disciplina per gli aiuti di Stato nell'ambito del patto per l'industria pulita che consentirà di approvare più rapidamente gli aiuti di Stato per la diffusione delle energie rinnovabili, darà slancio alla decarbonizzazione industriale e garantirà una sufficiente capacità manifatturiera di tecnologie pulite. La Commissione adotterà entro giugno 2025 la nuova disciplina, che semplificherà le norme per permettere agli Stati membri di concedere aiuti più facilmente, senza che vengano meno condizioni di parità.
    (in vista dell'adozione della nuova disciplina la Commissione europea l'11 marzo ha lanciato una consultazione che resterà aperta fino al 25 aprile 2025)

  • un atto delegato sull'idrogeno a basse emissioni di carbonio, che fisserà le condizioni per la produzione a basse emissioni di carbonio andando a completare il quadro normativo dell'UE sull'idrogeno. Questo atto aumenterà la certezza e la prevedibilità per l'industria, presupposti essenziali affinché le imprese investano;

Il piano rappresenta anche il quadro di riferimento per l’adozione di misure destinate a settori specifici, a partire dall’industria automobilistica, per la quale il 5 marzo sarà presentato uno specifico piano d’azione e dalla siderurgia e metallurgia, per la quale è atteso un piano d’azione entro la primavera, dopo l'avvio del relativo Dialogo strategico; più avanti, nel corso del 2025 saranno oggetto di iniziative specifiche l’industria chimica e le tecnologie pulite.