• Tipo News
    POLITICA GENERALE
  • Fonte
    Gazzetta Ufficiale UE
  • Del

Corte dei conti - Relazione speciale n. 15/2014 «Il Fondo per le frontiere esterne ha favorito la solidarietà finanziaria, ma necessita di una migliore misurazione dei risultati e deve fornire ulteriore valore aggiunto»

Il Fondo per le frontiere esterne (FFE) ha contribuito alla gestione delle frontiere esterne dell’UE e ha favorito la solidarietà finanziaria tra Stati membri dell’UE. Tuttavia, il valore aggiunto dell’FFE è stato limitato, e non si è potuto misurare il risultato complessivo a causa di punti deboli nel monitoraggio effettuato dalle autorità responsabili e gravi carenze nelle valutazioni ex post operate dalla Commissione e dagli Stati membri.

È quanto afferma la Corte dei conti nella relazione speciale 15/2014 intitolata “Il Fondo per le frontiere esterne ha favorito la solidarietà finanziaria, ma necessita di una migliore misurazione dei risultati e deve fornire ulteriore valore aggiunto”.

La Corte ha constatato che i programmi degli Stati membri non erano integrati in strategie nazionali in materia di controllo delle frontiere e dei visti e non includevano obiettivi SMART né indicatori misurabili. Le procedure di selezione dei progetti non hanno consentito di soddisfare le effettive necessità degli Stati membri, e le procedure di appalto inadeguate negli Stati membri hanno messo a rischio la sana gestione finanziaria.

Dall’audit sono emerse gravi carenze nella gestione del Fondo in Stati membri chiave (Grecia, Spagna, Italia e, per i primi anni di finanziamento, Malta). Questi punti deboli comportano il rischio che la gestione delle frontiere non sia adeguatamente rafforzata lì dove è maggiormente necessario. In alcuni paesi, il basso tasso di attuazione ha limitato l’efficacia del Fondo. Inoltre, i legami tra il Fondo e le operazioni Frontex dovrebbero essere migliorati.

La Corte raccomanda quanto segue:
a) per garantire la disponibilità di informazioni sui risultati complessivi, gli Stati membri dovrebbero fissare valori-obiettivo misurabili per gli indicatori di realizzazione, di effetto e, ove possibile, di impatto; i valori degli indicatori dovrebbero essere registrati dall’inizio del programma, usando appropriati sistemi informatici. La Commissione dovrebbe far sì che la propria relazione di valutazione fornisca alle parti interessate un’analisi informata e tempestiva dei dati su cui essa si basa;

b) per accrescere il valore aggiunto apportato dal Fondo, la Commissione dovrebbe fornire a Frontex informazioni pertinenti, complete e tempestive riguardo all’attuazione dell’FFE, dell’FSI e di successivi strumenti. La registrazione dei beni cofinanziati nel parco attrezzature tecniche di Frontex dovrebbe essere resa obbligatoria per quei beni che potrebbero risultare utili alle esigenze di Frontex. Inoltre, gli Stati membri e la Commissione dovrebbero focalizzarsi maggiormente sull’istituzione di centri comuni per la presentazione delle domande di visto e altre forme di cooperazione consolare, piuttosto che sulla ristrutturazione, sull’adattamento e sulle dotazioni di attrezzature ai consolati;

c) per integrare l’FFE in una strategia nazionale di gestione delle frontiere, gli Stati membri dovrebbero elaborare strategie complete in materia di gestione delle frontiere, sulla base di una analisi dei rischi effettuata secondo il modello comune di analisi integrata dei rischi. Ciò dovrebbe essere una condizione ex ante per ricevere il sostegno finanziario dell’FSI o di strumenti successivi;

d) per rafforzare l’attuazione del Fondo, bisognerebbe rafforzare la capacità amministrativa, inclusa quella relativa agli appalti, specie in Stati membri chiave.
 

NOTA
Nell’ambito dello spazio Schengen, i controlli alle frontiere interne sono stati aboliti, per cui la sicurezza di una frontiera esterna di un qualunque Stato ha delle conseguenze su tutti gli altri.
Il Fondo per le frontiere esterne mirava a creare una solidarietà finanziaria tra Stati partecipanti, fornendo sostegno a quelli per i quali il controllo delle frontiere esterne dell’UE rappresenta un onere sproporzionato.  Per il periodo 2007-2013 aveva a disposizione 1,9 miliardi di euro per assistere gli attuali e i futuri Stati dello spazio Schengen nell’assicurare controlli uniformi, efficaci ed efficienti alle frontiere esterne comuni. Per il periodo 2014-2020, al FFE è subentrato il Fondo Sicurezza interna (FSI), che fornirà sostegno finanziario (anche) alla gestione delle frontiere esterne e dei visti. Per il periodo 2014-2020 al finanziamento di azioni previste dallo strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere esterne e la politica comune dei visti (“lo strumento per le frontiere” istituito nell’ambito dell’FSI) sono stati messi a disposizione in totale 2,76 miliardi di euro, di cui 1,55 miliardi da erogare tramite gestione concorrente tra la Commissione e gli Stati membri. All’attuazione dello strumento per le frontiere istituito nell’ambito dell’FSI partecipano tutti gli Stati membri dell’UE (tranne l’Irlanda e il Regno Unito) ed i quattro paesi associati a Schengen (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).