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Tante mani insieme La Commissione europea ha pubblicato una proposta di direttiva che introdurrà negli ordinamenti giuridici degli Stati membri una nuova forma giuridica, la Associazione transfrontaliera europea (ECBA), che si aggiungerà alle forme di associazione riconosciute all'interno di ciascuno Stato membro e permetterà alle associazioni senza scopo di lucro di operare in uno Stato membro diverso da quello di origine senza sopportare gli oneri giuridici ed amministrativi che al momento le ostacolano.

Le associazioni senza scopo di lucro sono una importante realtà socio-economica nell’Unione perché da un lato sono rappresentative dei cittadini e della società civile, e quindi presidio di democrazia, e dall’altro forniscono servizi a segmenti di popolazione che il mercato non copre, o almeno non adeguatamente in quanto scarsamente redditizi. Possiedono inoltre un forte potenziale nell'offrire impiego ai cittadini e innovazione sociale.

Attualmente quando queste associazioni svolgono la loro attività in uno Stato membro diverso da quello in cui hanno sede, non ricevono automaticamente un riconoscimento uniforme della loro personalità giuridica e della loro capacità e spesso devono registrarsi una seconda volta o addirittura costituire una nuova entità giuridica in quello Stato membro e ciò costituisce un importante freno alla loro espansione e ai servizi che possono erogare. Quando sarà in vigore la nuova normativa, una ECBA, una volta istituita in uno Stato membro, sarà riconosciuta automaticamente in tutti gli altri e quindi potrà svolgere su tutto il territorio europeo le sue attività, in settori importanti quali la sanità, l’assistenza e servizi sociali, la cultura, i servizi per l'impiego, lo sport, la ricerca e sviluppo e l’istruzione.

Secondo i dati della Commissione negli Stati membri UE sono attive 3,8 milioni di associazioni senza scopo di lucro (che contribuiscono complessivamente al 2,9% del PIL dell’UE) e di queste si stima che circa 310.000 siano colpite dalle limitazioni derivanti dalla mancanza di un riconoscimento uniforme fra Stati membri. Con la nuova normativa secondo la Commissione sarà possibile ridurre gli oneri amministrativi esistenti per un valore fino a 770 milioni di euro all'anno, ed inoltre, se gli ostacoli individuati e affrontati dalla proposta verranno rimossi, circa altre 185.000 associazioni potrebbero espandere le loro attività in altri Stati, arrivando a generare fino a 4,2 miliardi di euro di valore aggiunto in un periodo di 15 anni.

La proposta di direttiva risponde a una raccomandazione del Parlamento europeo del febbraio 2022 e una volta in vigore migliorerà il funzionamento del mercato interno e promuoverà il ruolo che tali associazioni svolgono nel generare valore economico e sociale

Oltre a prevedere l’istituzione di una nuova forma giuridica di associazione senza scopo di lucro specificamente concepite a fini transfrontalieri, che potrà essere riconosciuta automaticamente in tutta l'Unione grazie al "certificato ECBA", la nuova normativa prevede anche norme armonizzate sul trasferimento di sede legale, che consentiranno a queste associazioni di trarre tutti i benefici della libertà di stabilimento e della libera prestazione di servizi, beni e capitali nell'Unione. Indipendentemente dallo Stato membro di registrazione, infine, una ECBA beneficerà di un accesso libero e non discriminatorio ai finanziamenti pubblici in ciascuno Stato membro in cui opera e in questo modo godrà pienamente dei vantaggi del mercato interno.

La proposta di direttiva inizia ora l’iter che la porterà all’approvazione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio; una volta approvata entro 2 anni dovrà essere recepita nell’ordinamento giurdico di ciascuno Stato membro.