• Tipo News
    POLITICA GENERALE
  • Fonte
    Commissione europea
  • Del

La Commissione ha pubblicato il 22 marzo due proposte normative che andranno a proteggere i consumatori sia nel loro diritto a un’informazione veritiera sui prodotti, sia nell’agevolare la riparazione dei beni acquistati anziché doverli sostituire con prodotti nuovi.

La prima proposta di direttiva andrà a contrastare il c.d. greenwashing ovvero la pratica di fare dichiarazioni che millantano presunti vantaggi ambientali di determinati prodotti o servizi (o dell’azienda che li produce), al fine di condizionare le scelte d’acquisto; dichiarazioni che alla prova dei fatti si dimostrano inesistenti: oltre il 50% delle asserzioni ambientali delle aziende valutate dalla Commissione nel 2020 infatti sono risultate vaghe, fuorvianti o infondate (oltre il 40% del tutto infondate). Il greenwashing è favorito dall’attuale mancanza di norme comuni per le imprese che presentano autodichiarazioni ambientali volontarie e crea sfiducia nei consumatori, a scapito delle imprese realmente sostenibili.

In base alla nuova direttiva le imprese che sceglieranno di presentare una "autodichiarazione ambientale" riguardante i loro prodotti e servizi dovranno rispettare alcune norme minime per suffragarla e comunicarla. Le autodichiarazioni disciplinate saranno quelle esplicite ma anche quelle mediate dall’uso di marchi ambientali, pubblici o privati (ad eccezione di quelli come l’Ecolabel UE, o il logo UE degli alimenti biologici, che seguono già una disciplina che ne garantisce l’affidabilità), che saranno oggetto di importanti restrizioni: al momento nell’UE esistono infatti almeno 230 marchi diversi e ciò genera confusione e di conseguenza sfiducia da parte dei consumatori verso tutti i marchi, compresi quelli normati in modo rigoroso. Per ridurre il rischio di un’ulteriore proliferazione di marchi la cui attribuzione non dà nessuna garanzia, la proposta di direttiva stabilisce che non saranno consentiti nuovi sistemi pubblici di etichettatura ad eccezione di quelli eventualmente introdotti e disciplinati a livello UE, e che ciascun nuovo marchio privato debba dimostrare di perseguire obiettivi ambientali più ambiziosi rispetto ai sistemi esistenti e ottenere un'approvazione preventiva.

La seconda direttiva proposta riguarda norme comuni che promuovono la riparazione dei beni, rendendo più agevole ed economico riparare i prodotti anziché sostituirli, consentendo così ai consumatori di risparmiare e di ridurre la quantità di rifiuti prodotta e incentivando le imprese a sviluppare modelli di business più sostenibili. Negli ultimi decenni spesso alla riparazione è stata preferita la sostituzione, incentivata indirettamente anche dalle aziende produttrici. Un recente sondaggio Eurobarometro ha rilevato infatti che i consumatori, pur desiderando riparare i loro beni anziché scartarli, incontrano diversi ostacoli nel farlo.
La nuova normativa introdurrà il “diritto alla riparazione in tutta l’UE” per i consumatori, nell’ambito della garanzia legale, in primis, ma anche oltre.

Nell'ambito della garanzia legale i venditori dovranno a offrire ai clienti la riparazione, a meno che la sostituzione sia più economica; al di là della garanzia legale, i consumatori dovranno avere nuovi diritti e strumenti che renderanno la riparazione più facile e accessibile, quali:
- il diritto di chiedere ai produttori la riparazione di prodotti tecnicamente riparabili ai sensi del diritto dell'UE (e quindi di avere qualcuno a cui rivolgersi per farlo);
- l'obbligo a carico dei produttori di informare i consumatori sui prodotti per i quali sono tenuti a fornire la riparazione;
- una piattaforma online per mettere in contatto i consumatori con i riparatori e con i venditori di beni soggetti a ricondizionamento presenti nella loro zona;
- un modulo di informazioni europeo sulla riparazione che garantirà la trasparenza delle condizioni di riparazione e del prezzo e renderà più facile per i consumatori confrontare le offerte di riparazione-

Sarà inoltre elaborata una norma di qualità europea per i servizi di riparazione che aiuterà i consumatori a individuare i riparatori che si impegnano a offrire una qualità superiore, a cui potranno aderire tutti i riparatori che accettano di impegnarsi a garantire norme minime di qualità, basate ad esempio sulla durata o sulla disponibilità dei prodotti.

 

Le direttive proposte rientrano fra le azioni della nuova agenda per i consumatori (e costituiscono il terzo pacchetto di proposte sull’economia circolare (il primo pacchetto, pubblicato nel marzo 2022 riguardava la progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili, la strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari e la responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde e il secondo pacchetto, pubblicato il novembre successivo, riguardava gli imballaggi e i rifiuti da imballaggio.