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Il Trattato UE, all’articolo 11 stabilisce che la Commissione deve consultare i cittadini e le associazioni rappresentative in tutti i settori d'azione dell’UE, in particolare le categorie che di volta in volta sono toccate dall’introduzione di una normativa o di una disciplina. A questo scopo la Commissione ha dato vita a una piattaforma dedicata che raccoglie tutte le consultazioni pubbliche lanciate, per ognuna delle quali viene esplicitato il problema per il quale viene chiesto un apporto di idee, a volte rivolto a specifici gruppi target ma nella maggior parte dei casi, aperto a tutta la popolazione in generale. La piattaforma, che per un certo tempo è stata denominata Your voice in Europe (La tua voce in Europa), ora è stata inglobata nel portale Di’ la tua sulle politiche europee (Have your say on EU policies) che raccoglie anche le altre forme di coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale, come le iniziative dei cittadini, le petizioni al Parlamento europeo e una importante consultazione sul futuro dell'Europa.

Nel mese di settembre la Corte dei Conti ha pubblicato una Relazione speciale sull’efficacia delle consultazioni pubbliche aperte dalla Commissione europea e sulla capacità della stessa Commissione di raggiungere e coinvolgere i cittadini. In essa si afferma che il quadro predisposto dalla Commissione allo scopo è valido e che le consultazioni analizzate hanno avuto risultati soddisfacenti, tuttavia per aumentare la partecipazione è necessario migliorare a monte il modo in cui si entra in contatto con i cittadini e a valle il monitoraggio e la valutazione dei contributi arrivati per evitare la manipolazione dei risultati. Al fine di incrementare la partecipazione secondo la Corte andrebbero inoltre migliorate le strategie di consultazione pubblica.

Il coinvolgimento dei cittadini nelle consultazioni pubbliche è fondamentale per mantenere la legittimità democratica dell’UE e produrre norme e politiche di qualità elevata”, ha dichiarato Annemie Turtelboom, il Membro della Corte responsabile della relazione. “La Commissione dovrebbe incrementare gli sforzi per conseguire l’obiettivo della partecipazione pubblica, raggiungendo il massimo numero possibile di cittadini, nonché per fornire ai partecipanti informazioni sull'esito delle consultazioni pubbliche”.

La Commissione effettua oltre 100 consultazioni pubbliche all’anno. La Corte ha esaminato un campione di recenti consultazioni online, tra cui quelle riguardanti l’ora legale, le misure relative alla migrazione e la politica agricola, valutando anche la percezione delle stesse, per accertare il grado di soddisfazione dei partecipanti.

Nel 2018, ad ogni consultazione hanno preso parte in media 2.000 cittadini, senza considerare la consultazione sull’ora legale, che ha ricevuto un record di 4,6 milioni di risposte (sebbene provenienti per la maggior parte da un solo Stato membro, la Germania). Ad una consultazione pubblica tuttavia hanno partecipato solo tre persone. Secondo la Corte questi dati indicano che la Commissione deve migliorare le attività messe in campo per entrare in contatto con i cittadini, in particolare coinvolgendo maggiormente i propri uffici e le autorità negli Stati membri al fine di divulgare più informazioni sulle consultazioni e adattando i propri canali di comunicazione per ampliare il ventaglio dei potenziali partecipanti e individuare eventuali lacune informative: i dati raccolti mostrano infatti che per le consultazioni con i tassi di risposta più bassi è stato utilizzato un numero più ridotto di canali di divulgazione.

La partecipazione alle consultazioni inoltre è risultata più alta quando i questionari sono stati resi disponibili in tutte le lingue ufficiali dell’UE, ma la Corte non ha riscontrato la presenza di criteri chiari per decidere se le consultazioni fossero “di ampio interesse pubblico” e dovessero pertanto essere tradotte. Invita quindi la Commissione a fornire i principali documenti nelle 24 lingue ufficiali dell’UE per tutte le iniziative di ampio interesse pubblico e per quelle “prioritarie”, affinché i cittadini possano partecipare in modo semplice ed efficace. Inoltre, i questionari, che erano a volte lunghi e complessi, dovrebbero essere di più facile lettura.

La Corte ha rilevato anche che la Commissione non aveva preparato né pubblicato in modo sistematico le proprie strategie di consultazione o altre informazioni preliminari e raccomanda di farlo per il futuro, in quanto ritiene che una chiara comunicazione dell’obiettivo di una consultazione e dell’uso che si intende fare dei relativi risultati inciderebbe in modo positivo sul tasso di partecipazione e sulla qualità delle risposte.

Secondo la Corte infine il feedback fornito a chi ha partecipato alle consultazioni è stato insufficiente: a volte non sono state prodotte relazioni sui risultati oppure sono state presentate molto tempo dopo la conclusione della consultazione, spesso solo in inglese. Raccomanda quindi alla Commissione di fornire tempestivamente ai partecipanti informazioni sull’esito delle consultazioni.

La relazione è disponibile in tutte le lingue ufficiali dell'UE sul sito della Corte dei conti

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Unione Europea