• Tipo News
    REDAZIONALE
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    Commissione europea
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Si sono formalmente conclusi a metà aprile i negoziati dell'accordo “post-Cotonou”, che definisce per i prossimi vent'anni il quadro di cooperazione politica, economica e settoriale con gli Stati dell'Africa dei Caraibi e del Pacifico (ACP), che dall’aprile 2020 si sono costituiti in un'Organizzazione internazionale denominata OSACP ovvero Organizzazione degli Stati dell'Africa dei Caraibi e del Pacifico.

Il partenariato ACP-UE è uno dei primi quadri di cooperazione creati dall’Unione, avviato a inizio anni ‘60 del secolo scorso (ovvero poco dopo la creazione della Comunità economica europea), con le ex colonie francesi in Africa, per accompagnare il processo di decolonizzazione con la creazione di un’area di libero scambio, e che in seguito si è ampliato fino a comprendere 79 Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico ed ampliando i settori oggetto di cooperazione.

Il nuovo Accordo, che subentrerà all'Accordo di Cotonou (scaduto nel 2020 e prorogato fino a novembre 2021), definisce il contesto per la creazione di alleanze e operazioni più coordinate fra UE e OSACP sulla scena internazionale e, mettendo a frutto le esperienze maturate negli ultimi vent’anni, modernizza la cooperazione portata avanti finora per tener conto dei grandi cambiamenti intervenuti e per affrontare meglio le sfide attuali e future. Con questa nuova base la cooperazione diventerà più politica e punterà a conseguire traguardi più ambiziosi, concentrandosi in particolare sui seguenti settori chiave :

- diritti umani, democrazia e governance all'interno di società incentrate sulle persone e fondate sui diritti e in particolare: parità di genere, diritti dei giovani e dei minori; dialogo sulla pena di morte; promozione dell’uguaglianza e lotta contro qualsiasi forma di discriminazione, comprese quelle fondate sul sesso, l'origine etnica/sociale, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, la disabilità, l'età o altre condizioni; lotta contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza e contro tutte le forme di violenza; promozione dei diritti delle popolazioni indigene.
- pace e sicurezza e in particolare: approccio globale e integrato ai conflitti e alle crisi; lotta contro la proliferazione delle armi di distruzioni di massa e contro i gravi crimini che costituiscono motivo di allarme per la comunità internazionale quali il terrorismo e il suo finanziamento, l'estremismo violento, la criminalità organizzata, la pirateria, la tratta di esseri umani, il traffico di droga, armi e altri beni illeciti, la criminalità informatica e le minacce alla sicurezza informatica.
- sviluppo umano e sociale e in particolare: impegno a favore dello sviluppo sostenibile, riduzione delle disuguaglianze; misure dedicate a donne e ragazze, ai giovani, ai minori e alle persone più vulnerabili e svantaggiate; potenziamento dei sistemi di protezione sociale e di servizi quali l'istruzione, i servizi sanitari e l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari; sicurezza alimentare e miglioramento della nutrizione e della coesione sociale. Riconoscimento del legame tra cultura e sviluppo sostenibile e della necessità di promuovere la partecipazione attiva delle donne e dei giovani ai vari ambiti della società; parità di accesso all'occupazione e lavoro dignitoso per tutti; parità di genere e emancipazione economica femminile, nel rispetto della salute sessuale e riproduttiva e dei diritti correlati; attuazione della piattaforma d'azione di Pechino e del programma d'azione della conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo.
- sostenibilità ambientale e cambiamenti climatici e in particolare: integrazione della sostenibilità ambientale, della lotta contro i cambiamenti climatici e della crescita sostenibile in tutte le politiche e in tutti i gli investimenti; prevenzione dei cambiamenti climatici e gestione dei loro effetti; misure per rafforzare la governance degli oceani e fronteggiare le pressioni cui sono esposti i mari, gli oceani e i relativi ecosistemi.
- crescita e sviluppo economici inclusivi e sostenibili e in particolare: transizione verso economie più verdi, creazione di posti di lavoro dignitosi per tutti ed emancipazione socioeconomica di donne, giovani e gruppi emarginati; impegni per mobilitare investimenti sostenibili e responsabili e instaurare un clima favorevole agli investimenti; cooperazione nel campo della scienza, della tecnologia, dell'innovazione, della ricerca, del commercio e dell'industrializzazione; costruzione di società basate sulle conoscenze e sviluppo della connettività infrastrutturale, degli strumenti digitali e della digitalizzazione; impegno nel settore dell'istruzione e della formazione tecnica e professionale al fine di incrementare la competitività; dialogo pubblico-privato; eliminazione degli ostacoli agli scambi (comprese le misure non tariffarie) e riduzione dei costi commerciali.
- migrazione e mobilità e in particolare, in linea con il patto dell'UE sulla migrazione e l'asilo, collaborazione in vari settori al fine di creare opportunità e aiutare i partner a sviluppare la capacità di gestire efficacemente la migrazione; cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione dei migranti irregolari.

L’accordo presenta una nuova struttura composta da una base comune a tutti i paesi, nella quale sono sanciti valori e priorità, e da tre protocolli regionali, che tengono conto delle esigenze e delle caratteristiche di ogni regione, ciascuno con una specifica governance per gestire e orientare le relazioni tra l'UE e la regione stessa, anche attraverso commissioni parlamentari miste.

All’interno di ciascun protocollo sono stabilite anche le priorità specifiche per la regione, correlate alle sfide più pressanti che si trova ad affrontare. Relativamente all’Africa, il continente con la popolazione più giovane al mondo, le questioni principali inserite nel protocollo sono:
- crescita e sviluppo economici inclusivi e sostenibili: miglioramento del capitale umano, delle competenze e del clima d'investimento; proprietà intellettuale; economia blu; industrie estrattive e di trasformazione dei relativi prodotti;
- sviluppo umano e sociale: lotta contro le disuguaglianze e coesione sociale; lavoro dignitoso; ulteriore promozione dei diritti di donne e bambini e dei valori e delle conoscenze culturali; assistenza alle persone con disabilità;
- ambiente, gestione delle risorse naturali e cambiamenti climatici: miglioramento della gestione fondiaria e della governance degli oceani; conservazione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi; economia circolare;
- pace e sicurezza: cooperazione regionale e multilaterale per giungere alla risoluzione pacifica dei conflitti e combattere la criminalità organizzata, il terrorismo, l'estremismo violento e la crescente minaccia rappresentata dalla criminalità informatica;
- diritti umani, democrazia e governance: parità di genere, Stato di diritto, giustizia e governance finanziaria;
- migrazione e mobilità: approccio globale, coerente ed equilibrato che tiene insieme migrazione legale e mobilità, diaspora e rimesse, e necessità di far fronte alla migrazione irregolare, al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani.

Relativamente ai Caraibi, i prossimi anni saranno decisivi per prevenire, anticipare e adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici, come anche a riuscire a fare leva sull'uso sostenibile delle risorse oceaniche e marine, la c.d. "economia blu", per dispiegare il potenziale di crescita della regione e ridurre le disuguaglianze. I principali settori d'interesse inseriti nel protocollo sono:
- approfondire le relazioni economiche, promuovere la trasformazione e la diversificazione e sostenere la crescita e lo sviluppo economici inclusivi e sostenibili attraverso commercio, investimenti, sviluppo del settore privato e industrializzazione sostenibile, con focus su economia blu, connettività e nuove fonti di crescita;
- migliorare la sostenibilità ambientale e la resilienza ai cambiamenti climatici con interventi di mitigazione e adattamento, perseguendo una gestione sostenibile delle risorse naturali, invertendo la tendenza al degrado ambientale e migliorando la gestione delle catastrofi;
- costruire società inclusive, pacifiche e sicure: promozione dei diritti umani, della parità di genere, della giustizia e dell'amministrazione, compresa la governance finanziaria, e della sicurezza dei cittadini;
- investire nello sviluppo umano e sociale: lotta alla povertà e alle disuguaglianze; benefici della migrazione; sfruttare le conoscenze, le competenze imprenditoriali e gli investimenti delle comunità della diaspora e assicurare che nessuno sia lasciato indietro.
Oltre alla promozione dell'integrazione e della cooperazione regionali, il protocollo riserva particolare attenzione ad Haiti, per colmarne le carenze strutturali.

Infine, relativamente alla regione del Pacifico, che comprende un gran numero di isole ed ecosistemi marini eterogenei, la sua priorità è lo sviluppo sostenibile dell'economia blu e il protocollo prevede una collaborazione con l’UE per potenziare il partenariato politico e proteggere mari e oceani dalle minacce, compresi i cambiamenti climatici, l'acidificazione degli oceani, lo sbiancamento dei coralli, lo sfruttamento eccessivo e la pesca illegale. Tra le priorità chiave si annoverano inoltre:
- resilienza ambientale e gestione sostenibile delle risorse naturali;
- società democratiche, pacifiche e basate sui diritti, fondate sullo Stato di diritto e sulla buona governance; parità di genere e governance finanziaria;
- crescita economica inclusiva e sostenibile con il potenziamento degli investimenti e dello sviluppo del settore privato, con focus su economia blu e connettività;
- governance degli oceani e conservazione e gestione sostenibile delle risorse marine vive;
- sviluppo umano e sociale sanando le disuguaglianze e garantendo che nessuno sia lasciato indietro, con particolare attenzione alla valorizzazione dei giovani e all'emancipazione economica, sociale e politica delle donne e delle ragazze.

Sia nel protocollo per i Caraibi sia in quello del Pacifico è previsot l'impegno ad intensificare i legami con i Paesi e Territori d'OltreMare dell'UE (PTOM).

Un importante cambiamento rispetto all’accordo di Cotonou (e ai precedenti) riguarda le risorse per il sostegno alla cooperazione con i Paesi OSACP: mentre in passato era stato creato il Fondo europeo di Sviluppo (FES), gestito al di fuori del bilancio e alimentato da contributi a carico degli Stati membri, ora, per il periodo 2021-2027 la cooperazione con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico sarà finanziata dal bilancio dell'UE attraverso il nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale -denominato NDICI – "Europa globale" (strumento che non ha ancora terminato il suo iter di adozione).

La firma dell’accordo da parte dei capi negoziatori, la Commissaria per i Partenariati internazionali Jutta Urpilainen e il ministro togolese degli Esteri, dell'integrazione regionale e dei togolesi all'estero, Togo Robert Dussey capo negoziatore dell'OSACP e presidente del gruppo di negoziazione centrale ha chiuso formalmente il processo negoziale sull’accordo a metà aprile, ma per la sua entrata in vigore restano da completare le fasi che ognuna della parti deve compiere. Sul fronte UE, la firma, l'applicazione provvisoria e la conclusione dell'accordo richiederanno, previa approvazione del Parlamento europeo, l'approvazione del Consiglio dell'Unione, sulla base di proposte della Commissione europea, che saranno trasmesse al Consiglio nelle prossime settimane assieme al testo negoziato tradotto in tutte le lingue dell'Unione. Sul fronte OSACP, l'accordo dovrà essere approvato e ratificato da tutti gli Stati che ne fanno parte secondo le loro procedure interne ed entrerà in vigore solo una volta ratificato da un certo numero di Stati.

Fonte: Comunicato stampa della Commissione europea

Aggiornamenti:

- Il programma NDICI - Europa Globale è stato approvato il 9 giugno 2021  - scheda dettagliata

- Il 20 luglio 2023 il Consiglio affari esteri dell'UE ha dato il via libera al nuovo accordo post Cotonou

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