• Tipo News
    REDAZIONALE
  • Fonte
    Delegazione presso l’UE della Regione Emilia-Romagna
  • Del

Da sapere: l'organizzazione del Parlamento europeo 

Le/I deputate/i al Parlamento europeo si riuniscono in gruppi politici, organizzati non per nazionalità, ma per affinità politiche. Attualmente al Parlamento vi sono 7 gruppi politici: Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani); Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo; Renew Europe GroupGruppo dei Verdi/Alleanza libera europea; Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei; Gruppo Identità e Democrazia; Il gruppo della Sinistra al Parlamento europeo - GUE/NGL. Ogni gruppo politico è composto da un minimo di 23 deputati/e e rappresenta almeno un quarto degli Stati dell’UE. I deputati che non aderiscono ai gruppi politici sono noti come “non iscritti”.

Le elezioni europee rappresentano un’opportunità per far sentire la voce dell’Europa e dei suoi cittadini. Si tratta di un appuntamento fondamentale per il nostro continente e le nostre democrazie, anche per dimostrare di essere uniti e compatti di fronte alle sfide interne e alle minacce internazionali.

Le prossime elezioni europee si terranno dal 6 al 9 giugno. Il voto dei cittadini europei definirà la composizione del Parlamento europeo e darà il via al processo di rinnovamento delle principali Istituzioni Europee. 

Le novità

Con le elezioni europee di giugno, verranno eletti in totale 720 membri del Parlamento europeo15 in più rispetto a quelli eletti nel 2019 - sulla base dei cambiamenti demografici nell’UE. Di questi 15 seggi, 2 sono stati assegnati alla Francia, 2 alla Spagna e 2 ai Paesi Bassi. Austria, Belgio, Polonia, Danimarca, Finlandia, Slovacchia, Irlanda, Slovenia e Lettonia riceveranno un seggio in più ciascuno. Questo cambiamento nel numero di seggi non ha quindi coinvolto l’Italia, che eleggerà anche questa volta 76 eurodeputati nelle 5 circoscrizioni elettorali: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole. La delegazione nazionale più consistente resterà quella tedesca (96 membri), le meno numerose saranno ancora quelle di Cipro, Malta e Lussemburgo (6 membri). 
 

Il voto negli Stati membri

Spetta ad ogni paese individuare la data esatta in cui i cittadini si recheranno alle urne. Nel caso dell’Italia, si potrà votare nelle giornate dell’8 e del 9 giugno. I primi europei a votare saranno gli olandesi (6 giugno), seguiti dagli irlandesi (7 giugno) e poi da lettoni, maltesi e slovacchi (8 giugno). In Cechia, invece si voterà sia il 7 che l’8 giugno, mentre il 9 giugno sarà il turno degli elettori in Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. Il voto negli Stati membri è organizzato secondo la legislazione nazionale, ma la legislazione UE prevede l’obbligo di garantire una rappresentanza proporzionale. In alcuni paesi, come l’Italia, i territori sono divisi in circoscrizioni.  
 

Il sistema dello Spitzenkandidaten

Emiciclo Parlamento europeo
Emiciclo Parlamento europeo

Il sistema dei capolista candidati, noto come “Spitzenkandidaten”, ha l’obiettivo di rafforzare la legittimazione democratica del processo decisionale UE e coinvolgere maggiormente i cittadini nella scelta della Presidenza della Commissione europea. Prevede che i partiti politici europei nominino un loro candidato alla Presidenza della CE già nella fase della campagna elettorale. Il Presidente in carica dal 2014 al 2019 – il lussemburghese Jean-Claude Juncker – è stato il primo capolista candidato a essere eletto secondo quello sistema. La Presidente Ursula von der Leyen, cinque anni dopo, è stata invece nominata senza essere stata la Spitzenkandidaten del Partito Popolare Europeo. In vista delle prossime elezioni di giugno, il Parlamento europeo ha invitato ciascun partito politico a applicare questo sistema e individuare un proprio capolista, per stabilire un legame più diretto tra le preferenze degli elettori e i rappresentanti politici che guideranno la Commissione. I principali partiti europei stanno decidendo in queste settimane i loro candidati capolista. La Presidente Von der Leyen ha recentemente annunciato la sua candidatura, che dovrà essere confermata dal congresso del PPE a Budapest a marzo.  A Roma, il 2 marzo, il congresso del PSE si è espresso a favore della candidatura dell’attuale Commissario lussemburghese Nicolas Schmit. Con il loro congresso, i Verdi hanno annunciato due capilista – la tedesca Terry Reintke e l'olandese Bas Eickout. L’austriaco Walter Baier è stato eletto capolista dalla Sinistra Europea, mentre non sono stati ancora resi noti i candidati dei Conservatori Riformisti Europei (ECR), Identità e Democrazie (ID) e Renew Europe. 
 

Il timing

L’ultima sessione plenaria dell’attuale Parlamento europeo si terrà a Strasburgo dal 22 al 25 aprile. Si entrerà poi ufficialmente in campagna elettorale che si concluderà alla vigilia del fine settimana elettorale. Terminate le operazioni di spoglio delle schede in tutti i paesi, sarà possibile avere un quadro della composizione politica della nuova “Eurocamera” e con la plenaria di luglio (dal 15 al 19) verranno composte commissioni e delegazioni parlamentari. In quella stessa occasione, è prevista la nomina dei principali vertici dell’Istituzione. Tenendo conto dei risultati delle elezioni, il Consiglio europeo proporrà un/a candidato/a alla Presidenza della Commissione europea, che sarà poi eletto/a dal Parlamento europeo. In autunno, i Commissari designati – sulla base dei suggerimenti degli Stati membri - si presenteranno in audizioni presso le Commissioni parlamentari competenti. La nuova Commissione europea si insedierà dopo il voto favorevole del Parlamento sul collegio dei Commissari. 
 

La campagna elettorale

Quella che sta per iniziare sarà una campagna elettorale caratterizzata dalle sempre più incombenti sfide interne ed esterne. La politica agricola europea è al centro del dibattito politico dell’UE, con la protesta degli agricoltori che da settimane attraversa l’Europa: semplificazione della Politica agricola comune (PAC), requisiti ambientali e Green Deal, impatto degli accordi di libero scambio internazionali – anche con l’Ucraina - sono i principali punti sollevati. A due anni dall’invasione russa dell’Ucraina, nel pieno della guerra a Gaza e in un contesto geopolitico sempre più instabile e preoccupante, la Presidente Ursula von der Leyen ha annunciato al Parlamento Europeo, lo scorso 28 febbraio, una nuova strategia industriale per la difesa europea, attesa per le prossime settimane. L’incertezza del contesto globale si riflette anche sull’economia dell’UE: le previsioni economiche d'inverno della Commissione hanno delineato per il 2024 una fase di crescita a ritmi meno sostenuti del previsto e una diminuzione dell'inflazione più rapida rispetto a quanto indicato nelle previsioni d'autunno. Competitività e Crescita dell’economia europea restano quindi al centro dell’attenzione delle Istituzioni UE, in particolare considerata l’urgenza di renderla sempre più resiliente. L’ex Presidente del Consiglio Italiano – già presidente della BCE – Mario Draghi presenterà a fine giugno il Report sulla competitività europea annunciato in occasione del discorso sullo stato dell’Unione di settembre. Enrico Letta – Presidente dell’Istituto Jacques Delors ed ex Primo Ministro italiano - sta invece redigendo una Relazione sul futuro del mercato unico europeo su input del Consiglio europeo.  La politica europea dell’allargamento è tornata al centro dell’agenda politica europea. Il Consiglio europeo di dicembre 2023 ha raggiunto un accordo storico sull’avvio dei negoziati di adesione per Ucraina e Repubblica Moldova.  Contestualmente, alla Georgia è stato accordato lo status di “paese candidato”. È stato infine annunciato che per la Bosnia-Erzegovina, i negoziati di adesione dovrebbero partire una volta che il paese avrà raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione. Altri temi inevitabilmente al centro del dibattito politico, saranno la gestione dei flussi migratori e l’asilo.


A cura del Presidio ART-ER a Bruxelles - Delegazione della Regione Emilia-Romagna presso l’UE

La Delegazione presso l’UE è la struttura di collegamento della Regione Emilia-Romagna con Istituzioni, organi, Agenzie UE e con gli stakeholder europei. E' parte della Direzione Generale Risorse Europa Innovazione e Istituzioni della Regione Emilia-Romagna e opera tra Bruxelles, Bologna e Parma, svolgendo un'attività strategica negli ambiti UE di interesse regionale e promuovendo l'intero sistema Emilia-Romagna a livello europeo. Visita il sito web della Delegazione.